
Secondo Jung, ogni volta che ci allontaniamo dal Sé, entriamo in uno stato di inflazione o scissione: cerchiamo fuori ciò che abbiamo smarrito dentro.
Il bisogno non è il nemico. È un messaggero psichico. Ci segnala che una parte di noi, spesso il bambino interiore, è affamato di riconoscimento, amore, validazione.
Il problema nasce quando non lo ascoltiamo… ma lo lasciamo guidare. E allora il bisogno prende il volante, e ci porta dove non siamo più noi: a inseguire persone che ci ignorano, a camuffarci per piacere, a restare dove veniamo svalutati, pur di non sentirci "nessuno".
In analisi, questo si chiama perdita di centratura: si proietta sull’altro un potere immenso, che in realtà è la nostra energia vitale dislocata.
Per questo a volte diventiamo quasi ridicoli, spingendoci in gesti che ci vergognano a distanza. Non perché siamo deboli, ma perché l’archetipo dell’Abbandono aveva preso il sopravvento.
La guarigione inizia quando riportiamo a casa quella parte.
Quando smettiamo di dire “ho bisogno di te per esistere” e iniziamo a chiederci: “Quale parte di me sto ignorando mentre ti rincorro?”
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